Scarpinare fino alla rocca di Gubbio ed essere investiti dalla sublimità del paesaggio reclamava una cena all’altezza, tuttavia, se il borgo conserva autentiche le vestigia medievali, non altrettanto veraci appaiono molti dei ristoranti dall’aspetto assai turistico. In un primo tempo titubiamo davanti alla soluzione vegetariana proprio in una regione come l’Umbria carnivora per vocazione, ma l’istinto ci guida bene. Orto si sviluppa su più livelli, sotto bassi soffitti a crociera, che conferiscono intimità a ogni sala. Un cestino di pane casereccio, non salato secondo tradizione accompagna il delizioso benvenuto dello chef, un purè di patate con zucchine grigliate e semi di girasole servito nel barattolo. I semi croccanti e oleosi arrotondano a meraviglia la pasta delle patate, aumentando la complessità del gusto finale.
Lo sformatino di patate è un atollo dorato che brilla su una vellutata di carote (molto) viola. La gratinatura superficiale si arrende perfino al cucchiaio per schiudere un cuore fondente in cui erbe aromatiche, uovo e formaggio convolano a nozze gialle e cremose.
La presentazione ancora una volta nella portata successiva anticipa piaceri gustativi. Strappo a Edo un assaggio dei suoi cappellacci integrali, la cui sfoglia impeccabile contiene un ripieno di fagioline del Trasimeno (un legume antico, simile a un borlotto in miniatura ma più delicato), dal quale ci si rinfresca il palato con il gazpacho di pomodoro e pomodorini secchi.
Assomigliano a una curiosa capigliatura i miei passatelli lunghi, in mezzo ai quali le note dolci-amare della crema e dei funghi si rincorrono, sovrappongono, fino a perdersi l’una nell’altra. In questa calda, morbida armonia è una sorpresa mordere pistacchi interi, che imprimono una variazione di consistenza e un picco acidulo davvero necessari.
Alessio, il titolare, ci racconta che il progetto di Orto vede la luce circa tre anni fa con l’obiettivo di valorizzare i piccoli produttori, tutti menzionati in calce alle voci del menu. Ci salutiamo con un bicchiere di liquore distillato con il 25% di liquirizia pura nella zona di Gualdo Tadino, prima di uscire nella frizzante serata eugubina.